Il vero fascismo non è prendere a manganellate chi la pensa diversamente. Il vero fascismo è la normanità dell'odio; tanto normale da non sembrare nemmeno più odio ma solo un'opinione come un'altra. In questo l'Italia è rimasta un paese fascista.


mercoledì 25 luglio 2012

Tindersticks @ Villa Arconati, Castellazzo di Bollate



È difficile catalogare la musica dei Tindersticks. Indie rock? Chamber pop? Un bel “chissenefrega” e passa la paura. Mi piacciono e questo mi basta.

Ultimo concerto quello di ieri sera prima di partire per un po’ di vacanze, spero migliori di quelle dello scorso anno.

Atmosfera rilassata, quasi conviviale, circa 600 posti a sedere che verranno velocemente occupati dal pubblico che assisterà al concerto in attento e rispettoso, quasi religioso, silenzio.

Il sestetto di Nottingham si presenta sul palco alle 21:30 e per 90 minuti suonerà attingendo molto dall’ultimo album, The Something Rain, pubblicato lo scorso febbraio.
I brani che mi sono piaciuti di più sono stati Chocolate, evocativa e toccante musicalmente quanto bizzarra nel testo con finale a sorprea, Medicine, come bis, una versione dilatata e commovente della strumentale Goodbye Joe a chiudere l’esibizione e l'immensa Show Me Everything, il brano più bello dell'ultimo album, nel mezzo tante altre belle canzoni malinconicamente delicate e avvolgenti come il golf a cui si è più affezionati.

I Tindersticks sono il classico gruppo che mi piacerebbe trovare sempre presso il pub vicino a casa: pinta di birra, concerto e poi a dormire felice come un bambino.

Aloha.

martedì 24 luglio 2012

Patti Smith @ Villa Arconati, Castellazzo di Bollate



Sinceramente non so cosa scrivere, ho visto Patti Smith talmente tante volte che le parole le ho esaurite praticamente tutte.

Nulla da dire sulla sua professionalità e sull’impegno che Patti profonde nelle sue performance ma le 66 primavere di una vita vissuta intensamente iniziano a farsi sentire anche per lei a partire dall’oculata scelta dei brani della setlist.
Già, perché se l'artista di Chicago vuole chiudere con il doppio botto, Gloria e Rock ‘n’ Roll Nigger, deve obbligatoriamente risparmiarsi in precedenza ripiegando su brani molto tranquilli come We Three, Peaceable Kingdom et similia, affidarsi a una versione recitata di People Have The Power e prendere un po’ di fiato durante il medley Night Time/(We Ain’t Got) Nothin’ Yet/Born To Lose/Pushin’ Too Hard affidato all’immarcescibile Lenny Kaye.

Tutto sommato un buon concerto, sicuramente meglio di quello tenuto insieme a La casa del Vento ma decisamente inferiore a quello parigino del gennaio 2011 alla Salle Pleyel.

Nota veramente stonata le famigliole con bambini nei passeggini che davano una patina nazionalpopolare da sagra di paese di cui non si sentiva proprio il bisogno.

Aloha.

Setlist:
- Redondo Beach
- Dancing Barefoot
- April Fool
- Fuji San
- This Is The Girl
- Ghost Dance
- Distant Fingers
- Beneath The Southern Cross
- Medley: Night Time/(We Ain’t Got) Nothin’ Yet/Born To Lose/Pushin’ Too Hard
- We Three
- Nine
- Pissing In A River
- Because The Night
- Peaceable Kingdom
- People Have The Power (spoken)
- Gloria
Encore:
- Banga
- Rock ‘n’ Roll Nigger

sabato 21 luglio 2012

Joan as Police Woman @ Villa Simonetta, Milano



Joan Wasser non delude mai!

Nella rinascimentale cornice di Villa Simonetta, attualmente sede della Civica Scuola di Musica, ieri sera si è potuto assistere a uno dei migliori concerti della cantante newyorkese.

Cappello di paglia blu, t-shirt nera senza maniche raffigurante la copertina di Loaded dei Velvet Underground, cargo scuri e un paio di improbabili scarpe bianche con il tacco, così si presenta alle 21:30 sul palco una sorridente e caricata Joan.
L’avvio è affidato a un brano nuovo Stay, soul/funk rivisitato nel suo personalissimo stile.
A seguire Run For Love (in una versione che sembra interpretata da Isaac Hayes sotto Lsd), Kiss The Specifics, The Magic, Flash (in un nuovo e sofferto arrangiamento), Christobel, Chemmie e molti altri ancora.
A metà esibizione nuovo inedito, Morning Bell, brano complesso, jazzatissimo, uno dei migliori.
A chiudere, come bis, un altro inedito, anzi “Questo pezzo lo suoniamo dal vivo per la prima volta questa sera” annuncia Joan, What The World, una lunga cavalcata in stile Neil Young eseguita sotto le prime gocce di un temporale estivo che non ha permesso ulteriori esecuzioni. A me è la canzone che è piaciuta di più.
Sono mancati all’appello due suoi cavalli di battaglia, Save Me e la bowiana Sweet Thing ma sono state egregiamente compensate dalle nuove canzoni.
90 minuti di concerto volati via in un soffio.

Come sempre Joan si è dimostrata all’altezza della situazione con la sua comunicatività, scherzando con il pubblico - “Is the stage on fire?” esclama ridendo quando la macchina del fumo viene inaspettatamente accesa - ed empatia merito anche di un’atmosfera molto rilassata, più da serata tra amici che di concerto ingessato. Sembra anche molto migliorata a livello chitarristico.
A sostenerla i fidati e inseparabili Parker Kindred  alla batteria e Tyler Wood alle tastiere.

Aloha.

martedì 17 luglio 2012

Le luci di New York di Saul Leiter @ Fondazione FORMA, Milano



Che bello poter visitare un’esposizione di mattina, sembra che lo spazio sia aperto solo per te. E’ una soddisfazione, quasi un piacere, impagabile.

La Fondazione FORMA è forse il più bello spazio espositivo che Milano offre per mostre fotografiche: grande, ben disegnato, arioso e luminoso.
Anche esposizioni modeste acquistano molto più fascino se presentate nell’ex deposito dell’ATM in Piazza Tito Lucrezio Caro.

Attualmente sono visitabili, fino al 16 settembre e al modico prezzo di 7,50 €uro sconti esclusi, due personali: Le luci di New York di Saul Leiter e Zingari di Josef Koudelka. Troppo piccola la prima, troppo grande la seconda.

Leiter è un arzillo ottantanovenne originario di Pittsburgh ma residente a New York da eoni e ancora in attività.
Nel corso della sua carriera ha lavorato per tantissime riviste tra cui: Harper’s Bazaar, Esquire, Life, Vogue, Elle.
Una delle passioni di Leiter è quella di fotografare la quotidianità di New York cogliendo, spesso attraverso inquadrature inusuali, persone, oggetti e situazioni del suo quartiere.
Molto belle le foto di New York innevata scattate attorno agli anni ’50. Alcune sono prese attraverso i vetri appannati di negozi, altre direttamente in strada. Interessantissimo il suo uso delle immagini riflesse in vetrine e specchi. I suoi nudi non sono mai banali né morbosi ma molto solari e naturali.
Bellissime la foto di John Coltrane in un fumoso locale newyorkese e quella della figlia quattrenne di un suo amico, Joanna.

Zingari è un importante reportage realizzato in Romania nel 1967 da Josef Koudelka, ingegnere aeronautico ceco da sempre prestato alla fotografia.
Scatti rigorosamente in bianco e nero di grande impatto ma oltre 100 foto monotematiche a me hanno sinceramente un po’ annoiato.

Due mostre, soprattutto quella di Leiter, che vale la pena visitare.

Aloha.

lunedì 16 luglio 2012

domenica 15 luglio 2012

Addio anni ’70 @ Palazzo Reale, Milano e “Antica focacceria S. Francesco”



La Milano degli anni ’70 è spesso rappresentata e ricordata dalla foto di un dimostrante di Autonomia Operaia con il passamontagna, solo, in mezzo a via De Amicis, con le gambe divaricate e le braccia tese a impugnare con tutte e due le mani una pistola puntata verso la polizia. Era il 14 maggio 1977 e nel corso di quella sparatoria venne assassinato un agente di polizia, io non avevo ancora 18 anni e gli anni ’70, nel bene e nel male, li ho vissuti tutti.

Per fortuna Milano non era solo la città degli omicidi, delle stragi, delle ammorbanti manifestazioni del sabato pomeriggio che se andava bene paralizzavano il centro città e se andava male lo mettevano a ferro e fuoco, dove se eri abbigliato in un modo piuttosto che in un altro rischiavi le sprangate dai comunisti o le coltellate dai fascisti.

Milano era una città culturalmente vivissima con concerti musicali di ogni genere (da Frank Zappa al Velodromo Vigorelli nel ’74 alla delirante Sesta edizione della Festa del Proletariato Giovanile nel ’76 a John Cage al Teatro Lirico nel ’77, ho avuto la fortuna di essere presente a tutti e tre gli eventi), con le numerose gallerie d’arte come quelle di Massimo Valsecchi o Carla Pellegrini che animavano via Manzoni, con le prime sfilate di moda di un giovane di belle speranze chiamato Giorgio Armani, con le splendide fotografie di Carla Cerati che ne immortalava la mondanità e le celeberrime “Verifiche” di Ugo Mulas, con l’artista bulgaro naturalizzato americano Christo che nel 1970 impacchettò la statua di Vittorio Emanuele II in Piazza del Duomo.
Questa Milano, e molto altro ancora, è quella che si può vedere a Palazzo Reale fino al prossimo 2 settembre.

La mostra che raccoglie, tra le altre, opere di Arnaldo Pomodoro, Luciano Fabro, Nanni Balestrini e i già citati Christo, Carla Cerati, Ugo Mulas, filmati di rappresentazioni teatrali o performance e registrazioni audio è, purtroppo, organizzata in modo abbastanza abborracciato e caotico con pochissime didascalie e nessuna spiegazione, senza un apparente filo logico tanto da mandare in confusione anche il più preparato e volenteroso dei visitatori.
La mostra è stata autoprodotta dal Comune di Milano e si può capire che l’amministrazione guidata da Giuliano Pisapia volesse dare un segnale forte alla città portata al coma culturale dalle amministrazioni targate Formentini/Albertini/Moratti ma si poteva fare decisamente meglio oltre a non far pagare il biglietto d’ingresso.

Dopo la visita mi hanno portato a cena in un locale di specialità siciliane la "Antica focacceria S.Francesco" al n.15 di via San Paolo.

Ho mangiato una buonissima focaccia maritata (milza, ricotta e provolone), un’ottima caponata il tutto innaffiato con un robusto insolia della Cantina Cusumano, una granita al limone con brioche e un caffè, il tutto a miserabili 17,00 €uro a cranio. Ottimo passito offerto dalla casa.

Riassumendo: cibo eccellente con ottimo rapporto qualità/prezzo, luogo carino anche se un po' lezioso, servizio veloce e professionale (c'è una giovane cameriera carinissima).

Se siete da quelle parti ve lo consiglio ma abbiate cura di prenotare ché noi abbiamo fatto un po' fatica a farci dare un tavolo senza aver riservato.

Aloha.

sabato 14 luglio 2012

Jack White - Blunderbuss

Jack White - Blunderbuss
[Third Man/XL Recordings, 2012]

Non sono mai stato un fan degli White Stripes (il loro Seven Nation Army in bocca ai trogloditi tifosi di calcio di mezzo mondo mi fa venire l’orticaria ancora oggi) ma solo quel genialoide di John Anthony Gillys, meglio noto come Jack White, poteva mettere in un immaginario shaker  il jazz di Herbie Hancock, l’hard rock dei Led Zeppelin, il country di Nashville, l’R&B degli anni ‘70s, l’elettronica, i canti dei negri nei campi di cotone, miscelare energicamente il tutto e versare nelle nostre orecchie un cocktail lungo una quarantina di minuti e dai caleidoscopici sapori.

Non un pezzo sbagliato, con Missing Pieces, Love Interruption, Blunderbuss e Hypocritical Kiss che toccano vette difficilmente raggiungibili.

Buon ascolto.

venerdì 13 luglio 2012

Paul Weller @ Castello Sforzesco, Vigevano (Pv)


Storica e un po’ decadente location quella di “10 giorni suonati!”, il festival organizzato dal comune di Vigevano presso il locale Castello Sforzesco.

Ieri sera quasi due ore di concerto per il cinquantaquattrenne Modfather, tra alti e bassi.
L’inizio da finto gggiovane con brani dagli ultimi due lavori mi è parso abbastanza svogliato e Weller sembrava facesse finta di suonare la chitarra.
Si è iniziato a ragionare dopo una ventina di minuti quando l’ex Style Council si è seduto al piano elettrico e ha intonato una suggestiva versione di Stanley Road in stile blaxploitation. Altro buon momento il dub di Study In Blue.
Si sono quindi alternati brani nuovi (poco riusciti e ancora meno convincenti visto la poca partecipazione del pubblico) e vecchi (eseguiti con tutt’altro impegno e trasporto e premiati da lunghi applausi dei non numerosi presenti).
Veramente riuscite le esecuzioni di Foot Of The Mountain, Whirlpool’s End e The Changingman.
Nei bis hanno trovato spazio anche altri tre brani dei Jam e In The City è stata salutata con un’ovazione.

Tutto sommato un buon concerto, Weller si spende molto e rimane un grande animale da palcoscenico sicuramente più convincente nella sua versione live che studio - e i ben 7 album live pubblicati in vent'anni di carriera solista ne sono la lampante testimonianza - ma dovrebbe rivedere la setlist (*), ché il pubblico sembra rimanere abbastanza freddo ai suoi ultimi lavori ma gradire sempre moltissimo il suo repertorio classico.

Aloha.

(*)
1) Wake Up The Nation [Wake Up The Nation]
2) 22 Dreams [22 Dreams]
3) Moonshine [Wake Up The Nation]
4) Kling I Klang [Sonik Kicks]
5) Into Tomorrow [Paul Weller]
6) Stanley Road [Stanley Road]
7) That Dangerous Age [Sonik Kicks]
8) The Attic [Sonik Kicks]
9) From The Floorboards Up [As Is Now]
10)  Start! [The Jam – Sound Affects]
11)  Pieces Of A Dream [Wake Up The Nation]
12)  Fast car / Slow Traffic [Wake Up The Nation]
13)  Around The Lake [Sonik Kicks]
14)  Study In Blue [Sonik Kicks]
15)  Dragonfly [Sonik Kicks]
16)  You Do Something To Me [Stanley Road]
17)  Foot Of The Mountain [Wild Wood]
18)  Drifters [Sonik Kicks]
19)  Paperchase [As Is Now]
20)  Echoes ‘Round The Sun [22 Dreams]

Bis:
21)  Broken Stones [Stanley Road]
22)  All I Wanna Do (Is Be With You) [22 Dreams]
23)  Art School [The Jam – In The City]
24)  In The City [The Jam – In The City]
25)  The Changingman [Stanley Road]

Bis 2:
26)  Town Called Malice [The Jam – The Gift]

mercoledì 11 luglio 2012

White Manna - White Manna

White Manna - White Manna
[Holy Mountain, 2012]

Space rock psichedelico con influenze krautrock di ottima fattura proposto da questa nuova band californiana formata da David J, Johnny Webb, Nate Clement e Tavan Anderson per i tipi della Holy Mountain.

Cinque brani per una durata totale che non arriva ai 40 minuti ma di grande impatto e intensità: Stooges, Wooden Shjips, The Doors, CAN, Spacemen 3, Alphastone, Hawkwind tutti insieme lisergicamente...

Al momento uno degli album targati 2012 che mi piace di più, caldamente consigliato.

Buon ascolto.