Il vero fascismo non è prendere a manganellate chi la pensa diversamente. Il vero fascismo è la normanità dell'odio; tanto normale da non sembrare nemmeno più odio ma solo un'opinione come un'altra. In questo l'Italia è rimasta un paese fascista.


sabato 27 luglio 2013

Bye bye Guitar Man...

J.J. Cale
[Oklaoma City, 5 dicembre 1938 - La Jolla, 26 luglio 2013]
 
Ci sarebbe veramente tanto da scrivere su questo schivo songwriter conosciuto quasi esclusivamente per le sue canzoni portate al successo da altri artisti ("After Midnight" e "Cocaine" da Eric Clapton, "Call Me The Breeze" dai Lynyrd Skynyrd, e tante altre ancora).
 
Oltre a essere stato il mentore chitarristico di Eric Clapton, anche Mark Knopfler, Jimmy Page e Neil Young, tra i tanti, hanno dichiarato di essersi ispirati al suo modo "pigro" e rilassato di suonare la chitarra, acustica o elettrica che fosse.
 
Purtroppo non ho mai avuto occasione di vederlo in concerto e ciò non fa che aumentare il mio dispiacere per la perdita.
 
R.i.p.

martedì 28 maggio 2013

Bye bye Signor Ciacci...

Antonio Ciacci in arte Little Tony
(Tivoli, 9 febbraio 1941 – Roma, 27 maggio 2013)


r.i.p.

domenica 26 maggio 2013

Chris & Cosey @ Museo della Scienza e della Tecnologia, Milano


In un clima decisamente invernale, ieri sera al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano.
 
Lorenzo Senni: un inutile spreco di energia elettrica.
Morphosis: dal Libano con furore e rigore.
Chrono: perché?
Raime: sopravvalutati, tristi e noiosi.
Chris & Cosey: immensi. Solo sentirli eseguire "Driving Blind" è valso il (simbolico) prezzo del biglietto.
Il pubblico: priceless.
Il luogo: ideale per il genere suonato.
L'organizzazione: abborracciata, dilettantesca, all'italiana.
 
Aloha.

martedì 21 maggio 2013

martedì 7 maggio 2013

Coda alla vaccinara

Domenica ho preparato la coda alla vaccinara e ieri a pranzo l'abbiamo mangiata, è stata molto gradita.
 
Tra le molte ricette che circolano in rete ho scelto quella che mi sembrava andare più incontro ai miei gusti; non saprei, quindi, se quella da me preparata è la ricetta originale ma dubito, come per molti piatti, che ne esista una.
 
A mio parere è più buona se lasciata riposare 24h, riscaldata e mangiata.
 

Ingredienti : coda di manzo 1,5kg., pomodori pelati 1kg., burro 50gr., olio evo 50gr., vino bianco secco 100gr., 1 sedano di media grandezza;  pinoli 30gr., uvetta 30gr., cacao amaro 10gr., cipolla 200gr., carota 200gr., sedano 200gr., aglio 1 spicchio, prezzemolo tritato 20 gr., brodo vegetale q.b., sale e pepe q.b..
 
Preparazione : Dividere la coda in pezzi, incidendola esattamente alla giuntura delle vertebre, scottarla per circa 45’ in abbondante acqua salata in ebollizione e poi sgocciolarla.
Preparare un trito con cipolla, sedano, carota, aglio e prezzemolo. Scaldare l´olio e il burro in una casseruola di terracotta e farvi appassire dolcemente il trito di verdure.
Quando comincia a prendere colore, unire la coda rosolata e proseguire dolcemente la cottura per circa 5’.
A questo punto bagnare con il vino e lasciarlo evaporare completamente. Insaporire con sale e pepe e unire i pomodori sminuzzati. Coprire con un coperchio e proseguire la cottura, a fuoco dolce, per circa 180’.
Girare ogni 15’ i pezzi di coda e, se necessario, unire qualche cucchiaio di brodo.
Nel frattempo, mondare il sedano scartando le coste più dure e togliendo dalle altre i filamenti. Tagliarlo a bastoncini delle dimensioni di un dito mignolo, scottarlo brevemente in acqua salata in ebollizione e unirlo alla coda quando questa sarà quasi cotta e il sugo ben addensato, dopo circa 150’.
Fare ammollare l’uvetta in acqua tiepida, sgocciolarla e unirla alla coda in fine cottura. In un tegame fare imbiondire leggermente i pinoli e aggiungere anche loro alla coda. Infine aggiungere il cacao e mescolare bene.
Ancora 15’ di cottura e la coda sarà pronta.
 
Oggi per pranzo, con il sugo avanzato a cui ho aggiunto solo un pizzico di peperoncino, ho condito delle mezze penne che ho mantecato con una generosa manciata di parmigiano reggiano.
Ottime!


Buon appetito.

sabato 4 maggio 2013

Trippa con patate

Giovedì gnocchi, venerdì pesce, sabato trippa!!!
Anche se la stagione non è quella più indicata e la giornata è particolarmente calda (24°c) non ho resistito e l'ho preparata per pranzo.
 
Da circa vent'anni questa ricetta ha sostituito nel mio Rigettario e nei miei menu quella tradizionale alla milanese della mia famiglia.


Ingredienti (per 6 persone) :  Trippa mista 2 kg. (io preferisco usare solo la chiappa), cipolla bianca 200 gr., carota 200 gr., sedano 100 gr., 10 foglie di salvia, 1 rametto di rosmarino, 2 foglie d’alloro, 1 spicchio d’aglio, 1 cucchiaio da tavola di prezzemolo fresco tritato, cucchiaio da tavola di doppio concentrato di pomodoro, 200 cl. di brodo vegetale, 200 cl. di latte, 3 cucchiai d’olio, 20 gr. di burro, ½ peperoncino piccante, sale e pepe q.b., ½ kg. di patate, parmigiano reggiano q.b.
 
Preparazione : Mettere nel mixer la cipolla, la carota, il sedano, gli aghi del rametto di rosmarino, la salvia, lo spicchio d’aglio precedentemente privato del germe interno, il peperoncino e sminuzzare il tutto. In una pignatta di coccio soffriggere con olio e  burro le verdure insieme all’alloro e al prezzemolo tritato. Aggiungere le trippe precedentemente lavate, asciugate e tagliate sottili e farle insaporire per 10 minuti quindi aggiungere il concentrato di pomodoro, il brodo, il latte. Far riprendere il bollore e cuocere a fuoco moderatissimo mescolando di tanto in tanto per 2 ore. Sbucciare, lavare e tagliare a pezzi le patate, 2cm per lato circa; aggiungerle alle trippe e portarle a cottura. Quando le patate saranno cotte servire in tavola con una generosa spruzzata di parmigiano reggiano.
 
Buon appetito.

venerdì 3 maggio 2013

Lydia Lunch - Paradoxia

Ho finito di leggerlo la scorsa notte.
Non mi piace spoilerare, mi limiterò quindi solo qualche indicazione di massima.
 
“Paradoxia” è un excursus sessual/tossico che copre circa vent’anni della vita di Lydia Lunch - dal suo arrivo a New York nel 1973, appena quattordicenne, fino ai primi anni '90 - e non contiene alcun riferimento alla sua carriera musicale ma solo alcune delle sue imprese di predatrice sessuale, alcolizzata e tossicodipendente.
La scrittura è scorrevole, dura e cruda ma Lydia Lunch - anche nelle descrizioni delle pratiche sessuali più estreme, alcune delle quali rasentano il vomitevole – non assume mai un tono auto compiaciuto né morboso; mette solamente a nudo, in ogni senso, tutte le sue debolezze nate dalla violenza domestica.

Per me è un libro che vale la pena leggere.

martedì 30 aprile 2013

Salame di cioccolato


Ingredienti : zucchero semolato 150gr., burro a temperatura ambiente 150gr., cacao amaro 50gr., biscotti secchi 100gr., amaretti 50gr., 1 uovo, rhum 40gr..
 
Preparazione : in una bastardella montare il burro e lo zucchero, aggiungere il tuorlo e amalgamare, quindi inserire il cacao, il rhum e mescolare bene.
In una ciotola montare l’albume a neve ben ferma quindi aggiungerlo all’impasto e amalgamare bene mescolando dal basso verso l’alto.
Sbriciolare i biscotti e gli amaretti quindi aggiungerli all’impasto e mescolare bene.
Accomodare l’impasto sulla pellicola per alimenti e arrotolare stringendo le estremità fino a ottenere un salame della dimensione desiderata.
Riporre il salame in frigorifero per 24h prima di consumarlo.
 
Buon appetito.

lunedì 15 aprile 2013

Torta salata con asparagi e ricotta

Primavera tempo di asparagi, una delle mie verdure preferite.
Oggi a pranzo è stata la volta di questa gustosa e semplice torta salata.
 


Ingredienti (dose per una teglia da 20cm. ø) : una confezione di pasta sfoglia, aparagi freschi 500gr., ricotta vaccina 250gr., parmigiano reggiano grattugiato 30gr., 1 uovo intero, una noce di burro, olio q.b., pangrattato 2 cucchiai da tavola, sale e pepe q.b..
 
Preparazione : preriscaldare il forno e portarlo a 200°.
Risciacquare e mondare gli asparagi. Tagliare i gambi a piccole rondelle e tenere integre le punte. In una padella antiaderente far riscaldare il burro e l’olio, aggiungere gli asparagi e farli saltare a fuoco vivo per 5/6 minuti, in modo che cuociano ma rimangano sodi, quindi trasferirli su un piatto e farli raffreddare.
In una bastardella lavorare la ricotta, il parmigiano, l’uovo e una generosa macinata di pepe nero; aggiungere gli asparagi, amalgamare bene e con delicatezza in modo da conservare intere le punte. Assaggiare ed eventualmente aggiustare di sale e pepe.
Infarinare leggermente tutti e due i lati della pasta sfoglia e assottigliarla un po’ con il mattarello in modo che poi possa coprire la parte superiore della torta.
Foderare la teglia con la pasta sfoglia, praticare dei buchi sul fondo con i rebbi di una forchetta e distribuire il pangrattato.
Riempire la teglia con la farcia, livellare con un lecca pentole, ripiegare la pasta sfoglia in modo da coprire bene la farcia e spennellare con un po’ di latte.
Infornare per circa 40’ e poi procedere alla prova dello stecco che è sempre la più attendibile.
Sfornare e attendere una decina di minuti prima di sformare e servire in tavola.
 
Buon appetito.

mercoledì 10 aprile 2013

Crêpes con salmone affumicato e ricotta

Ecco il pranzo di oggi: gustoso, facile ma non velocissimo da preparare e anche bello da vedere, che non guasta.
Una macedonia con gelato per terminare in leggerezza...


Ingredienti (dose per 16/18 crêpes cotte in un tegame da 15cm. ø)  :
per le crêpes : farina 00 180gr., latte intero 500gr., 3 uova intere, olio d’oliva 1 cucchiaio da tavola, sale q.b., burro q.b..
per la farcia : salmone affumicato 400gr., ricotta vaccina 600gr., parmigiano reggiano grattugiato 40gr., vodka 2 bicchierini, erba cipollina fresca tritata 2 cucchiai da tavola, pepe nero q.b..
per la besciamella : farina 00 40gr., burro 40gr., latte intero 600gr., noce moscata q.b., sale q.b..

 
Preparazione :
delle crêpes : mettere la farina, il latte, le uova, l’olio e un pizzico di sale nel bicchiere di un frullatore a immersione e miscelarli per un paio di minuti quindi coprire e mettere in frigorifero a riposare per un’ora.
Togliere la pastella dal frigorifero e mescolarla bene ché la farina tende a depositarsi sul fondo.
Imburrare leggermente il fondo di un tegame, scaldare a fuoco medio/basso e quando il burro inizierà a sfrigolare versarvi un mestolino di pastella sufficiente a coprire il fondo e ruotare il tegame per distribuirla in modo uniforme su tutta la superficie.
Lasciare cuocere per un minuto e non appena sarà dorata, girarla sull’altro lato sempre per un minuto.
Appena pronta, farla scivolare su di un piatto e ripetere l’operazione fino all’esaurimento della pastella.
della farcia : in una bastardella lavorare la ricotta e il parmigiano, aggiungere il salmone tritato grossolanamente, il pepe, la vodka, l’erba cipollina e ottenere un composto morbido e omogeneo.
della besciamella : in un pentolino antiaderente fare sciogliere il burro, aggiungere la farina setacciata e fare cuocere per 5 minuti a fuoco basso mescolando continuamente con una frusta. Il composto (roux) non deve prendere colore e/o attaccare al fondo del pentolino.
Fuori dal fuoco aggiungere il latte a temperatura ambiente e continuare a mescolare con la frusta affinché non si formino grumi. Rimettere il pentolino sul fuoco e cuocere a fiamma bassa continuando a mescolare finché la salsa non prenderà bollore, a questo punto aggiungere un pizzico di sale e una leggera grattugiata di noce moscata.
Cuocere continuando a mescolare per 10 minuti, a questo punto la besciamella è pronta.
 

Preriscaldare il forno a 200°.
Spalmare un po’ di farcia su una crêpes, avvolgere, parare le estremità e ripetere l’operazione fino all’esaurimento degli ingredienti.
Imburrare una pirofila da forno, disporvi le crêpes, versarvi sopra la besciamella e infornare per 15 minuti gli ultimi 5 dei quali sotto il grill per dorare la superficie.
Sfornare e attendere circa 5 minuti prima di servire a tavola.
 
Buon appetito.

lunedì 8 aprile 2013

Torta pasqualina a modo mio

E' stato uno degli antipasti del pranzo di ieri.
 

Ingredienti (dose per una teglia da 20cm. ø) : una confezione di pasta sfoglia, spinaci 500gr., ricotta di pecora 250gr., parmigiano reggiano grattugiato 30gr., 7 uova, una noce di burro, olio q.b., sale e pepe q.b., latte q.b..
 
Preparazione : preriscaldare il forno e portarlo a 200°.
In una padella antiaderente far riscaldare il burro e l’olio, aggiungere gli spinaci precedentemente mondati e risciacquati, e farli saltare a fuoco vivo per 5/6 minuti, in modo che appassiscano e l’acqua contenuta evapori, quindi trasferirli su un piatto e farli raffreddare.
In una bastardella lavorare la ricotta, il parmigiano, 2 uova e una generosa macinata di pepe nero; aggiungere gli spinaci precedentemente sminuzzati con un coltello e lavorare fino a ottenere un impasto omogeneo. Assaggiare ed eventualmente aggiustare di sale e pepe.
Infarinare leggermente tutti e due i lati della pasta sfoglia e assottigliarla un po’ con il mattarello in modo che poi possa coprire la parte superiore della torta.
Foderare la teglia con la pasta sfoglia e praticare dei buchi sul fondo con i rebbi di una forchetta.
Riempire la teglia con la farcia, livellare con un lecca pentole e, con il dorso di un cucchiaio da tavola, praticare 5 avvallamenti. Rompere le 5 uova rimaste uova e alloggiarle negli avvallamenti.
Ripiegare la pasta sfoglia in modo da coprire bene la farcia e spennellare con un po’ di latte.
Infornare per circa 40’ e poi procedere alla prova dello stecco che è sempre la più attendibile.
Sfornare e attendere una decina di minuti prima di sformare e servire in tavola.
 
Buon appetito.

mercoledì 3 aprile 2013

Tortine alle mandorle

Questa non è la versione monoporzione della ricetta...


Ingredienti (dose per 10/12 stampini da 8cm. ø) : pasta frolla 300gr., burro morbido 100gr., farina di mandorle 100 gr., 3 uova intere, zucchero a velo 100gr., mandorle in scaglie q.b., confettura di albicocche q.b., acqua q.b..
 
Preparazione : in una bastardella lavorare il burro morbido a crema, aggiungere lo zucchero a velo e le uova leggermente sbattute in tre riprese, sempre incorporandole bene dopo ogni aggiunta. Unire infine, poco alla volta, la farina di mandorle setacciata.
Imburrare e infarinare leggermente gli stampini, rivestirli con la pasta frolla, punzecchiare il fondo con i rebbi di una forchetta, riempirli con la crema di mandorle fino ad arrivare quasi al bordo e coprire la superficie con alcune mandorle a scaglie.
Infornare a 180° per 25/30 minuti.
Lasciare raffreddare e lucidare la superficie con la confettura di albicocche e qualche cucchiaio d’acqua sciolti un tegame.
 
Buon appetito.

lunedì 1 aprile 2013

Riso Venere con verdure piccanti


Ingredienti (dose per 4 persone) : riso Venere 250gr., 2 zucchine, 1 peperone rosso, 2 carote, 1 cipolla bianca, piselli fini 150gr., olio d’oliva q.b., 1 spicchio d’aglio, zenzero fresco grattugiato 2cm., salsa di soya 4 cucchiai da tavola, 1 peperoncino rosso piccante fresco, semi di sesamo 1 cucchiaio da tavola, erba cipollina q.b..
 
Preparazione : portare a ebollizione 4 litri d’acqua, salarla e versarvi il riso; dal momento in cui riprenderà bollore contare 35/40 minuti per la cottura.
Mondare e lavare le verdure, quindi tagliarle a bastoncini sottili lunghi 2cm. circa. In un wok – ma può andare bene anche una grande padella - far scaldare l’olio con lo spicchio d’aglio sbucciato e leggermente schiacciato, il peperoncino tagliato a fettine sottili, lo zenzero e i semi di sesamo. Togliere l’aglio quando sarà leggermente tostato, aggiungere le verdure e farle saltare a fuoco vivo per 5/6 minuti. Aggiungere la soya e mescolare bene.
Una volta cotto scolare il riso, aggiungerlo alle verdure e farle saltare a fuoco molto alto per poco meno di un minuto.
Il piatto è pronto per essere servito.
 
Buon appetito.

mercoledì 27 marzo 2013

Pollo con salsa al curry e riso Venere


Ingredienti (per 4 persone) :
Per il pollo : 600 gr. di petto di pollo, farina q.b., 2 cucchiai da tavola di olio evo, 2 cucchiaini di curry in polvere.
Per il riso : 400 gr. di riso venere, 4lt. d’acqua, una stecca di cannella (4 cm. ca.), 5 chiodi di garofano, 5 bacche di ginepro, sale q.b..
Per la salsa : burro chiarificato 50 gr., 2 cucchiai da tavola di olio evo, cipolla bianca 200 gr., sedano 100 gr., 1 spicchio d’aglio, 2 cucchiaini da caffè di pasta di curry piccante (“Patak’s” o “Rajah”), 2 foglie di alloro, ½ cucchiaino da caffè di timo, ½ cucchiaino da caffè di noce moscata grattugiata, 1 cucchiaio da tavola di prezzemolo fresco tritato, 1 cucchiaio da tavola di basilico fresco tritato, 1 cucchiaio da tavola di curry in polvere, farina 50 gr., brodo vegetale 1 lt., panna 200 gr., sale q.b..
 
Preparazione :
Salsa : mettere in una casseruola il burro, l’olio, la cipolla, il sedano e l’aglio tritati e farli appassire a fuoco moderato per 5 minuti coperti con un coperchio. Aggiungere la pasta di curry, l’alloro, il timo, la noce moscata, il prezzemolo, il basilico mescolare con cura e fare stufare, sempre a fuoco moderato, coperto per altri 5 minuti. Miscelare la farina con il curry in polvere e aggiungerlo nella casseruola. Mescolare bene, otterrete una sorta di impasto che farete insaporire per 5 minuti. Nel frattempo portare a ebollizione il brodo e aggiungerlo al composto mescolando con molta cura e facendo attenzione che non si formino grumi. Quando si sarà ottenuta una salsa fluida, portare a ebollizione, togliere l’alloro e fare cuocere a fuoco moderato per 45 minuti. Quindi frullare la salsa con un frullatore a immersione, filtrare il composto con un chinoise e una volta ottenuta una salsa liscia aggiungere la panna, aggiustare di sale e appena riprende bollore togliere dal fuoco e lasciare coperto. La salsa è pronta.
Riso :  portare l’acqua a ebollizione, aggiungere le tre spezie - precedentemente messe in una bustina da tè – il riso e far cuocere per 35/40 minuti quindi scolare.
Pollo : versare in una padella molto larga e con i bordi bassi l’olio e portarlo a circa 160°. Miscelare farina e curry quindi infarinare il pollo tagliato a striscioline grandi quanto un mignolo. Eliminare la farina in eccesso mettendo il pollo infarinato in uno scolapasta e mettere il pollo nella padella. Distribuire il pollo affinché non ci siano pezzi sovrapposti e fare formare una leggera crosticina a fuoco vivo (circa 2 minuti). Girare il pollo e cuocerlo per un altro minuto.
 
Impiattare come meglio si preferisce.
 
Buon appetito.

domenica 24 marzo 2013

Damo Suzuki Network @ Studio75 & Swans @ Officine Creative Ansaldo


Venerdì sera ho avuto il piacere e l’onore di conoscere Damo Suzuki che è stato il cantante dei CAN, leggendario gruppo tedesco tra gli alfieri del krautrock.
Persona tranquilla e gradevolissima, Suzuki è anche un eccellente cuoco. Presso lo studio fotografico dove era ospite, ha preparato una gustosa cena vegetariana per la band con cui avrebbe suonato e anche per me che mi sono ritrovato invitato a mia insaputa...
Come primo una crema di zucca, patate e porri; come piatto di mezzo una ricca insalata mista con scaglie di parmigiano; come secondo dei pancake di patate con funghi trifolati e panna.
Poi 50 minuti di improvvisazione con altri sei musicisti che non aveva mai visto né conosciuto prima di salire sul palco, anche questa roba per palati fini…
Bellissima serata, come del resto, quella di giovedì quando presso le Officine Creative Ansaldo ho assistito al concerto degli Swans, band newyorkese di noise rock capitanata da quello sciamano pazzo chiamato Michael Gira.
Tre ore tre di inferno sonoro, di devastazione auricolare, di clangori assordanti ma sublimi... un'esperienza lisergica senza bisogno di assumere additivi...
 
Dopo due giorni le orecchie ancora mi rombano ma ho passato due serate come non mi capitava da tempo: musica, amici e buona cucina…
 
Aloha.

mercoledì 20 marzo 2013

Muffin salati con speck e zucchine

Quando c'è questo tempo infame l'unica cosa che mi fa passare il malumore è intrugliare un po'...
 
Questo è il risultato di oggi:
 


Ingredienti (dose per 16 muffin da 7cm. ø) : farina 00 200gr., 2 uova intere, latte 220gr., burro fuso 90gr., zucchine 200gr., speck 100gr., parmigiano reggiano grattugiato 40gr., lievito per torte salate 8gr., bicarbonato di sodio 4gr., olio evo q.b., 1 spicchio d’aglio, prezzemolo fresco tritato 1 cucchiaino da caffè, sale e pepe q.b..
 
Preparazione : preriscaldare il forno a 190°.
Lavare, mondare e tagliare à la julienne le zucchine. In una padella far scaldare poco olio insieme allo spicchio d’aglio leggermente schiacciato, quindi aggiungere le zucchine, salare, pepare e cuocerle velocemente a fuoco vivace. Appena si saranno leggermente ammorbidite togliere l’aglio, aggiungere il prezzemolo, mescolare, spegnere il fuoco e farle raffreddare.
Tagliare anche lo speck à la julienne e tenerlo da parte.
In una bastardella mescolare le uova, il parmigiano reggiano, il latte, il burro fuso, un pizzico di sale e ottenere un composto omogeneo. Aggiungere la farina e mescolare ancora fino ad avere un composto senza grumi, quindi aggiungere lo speck e le zucchine.
A questo punto aggiungere il lievito, il bicarbonato e mescolare molto bene.
Foderare due teglie per muffin con i pirottini di carta e riempirli per ¾.
Infornare e cuocere per 25 minuti, dopodiché spegnere il forno e lasciare i muffin all’interno ancora per 10 minuti quindi sfornarli e metterli a raffreddare su una gratella.
 
Buon appetito.

domenica 17 marzo 2013

Muffin al cioccolato

Appena usciti dal forno!
La giornata piovosa, grigia e fredda invitava proprio a intrugliare qualche cosa che mi desse soddisfazione...
 

Ingredienti (dose per 20 muffin da 7cm ø) : farina 00 170gr., cacao amaro in polvere 75gr., zucchero semolato 190gr., latte intero 150gr., burro fuso 150gr., 3 uova intere, lievito in polvere per dolci 1 cucchiaino e mezzo, bicarbonato di sodio ½ cucchiaino, gocce di cioccolato al latte o fondente 150gr..
 
Preparazione : preriscaldare il forno a 190°.
In una bastardella mescolare le uova, il cacao, lo zucchero, il latte, il burro fuso e ottenere un composto omogeneo. Aggiungere la farina e mescolare ancora fino ad avere una crema fluida e senza grumi, quindi aggiungere le gocce di cioccolato.
A questo punto aggiungere il lievito, il bicarbonato e mescolare molto bene.
Foderare due teglie per muffin con i pirottini di carta e riempirli per ¾.
Mettere in forno e cuocere per 25, dopodiché spegnere il forno e lasciare i muffin all’interno ancora per 10 minuti quindi sfornarli e metterli a raffreddare su una gratella.
Buon appetito.

lunedì 18 febbraio 2013

Polenta ai 4 formaggi


Il pranzo di oggi: rapido, gustoso ed economico. What else?

Ingredienti : polenta, gorgonzola, scamorza affumicata, brie e parmigiano reggiano.

Preparazione : mi fido della vostra perspicacia, ce la potete fare.

Buon appetito.

domenica 10 febbraio 2013

Dubbi amletici



Che musica ascoltare durante la giornata mentre si espletano le proprie attività??

Anche se può sembrare banale,  per me è un esercizio abbastanza complesso e sono addivenuto alla convinzione che la scelta di un sottofondo sonoro adeguato può diventare molto impegnativa…
Personalmente non riesco a fare nulla, o quasi, senza un tappeto sonoro che mi accompagni nell’attività del momento. A volte penso di sprofondare nella maniacalità… anzi sono decisamente un maniaco, in questo. Ancora adesso, con oltre quarant’anni di ascolto musicale nelle orecchie, scegliere la musica per una determinata attività, a volte, mi occupa molto tempo.
 
Non solo scelgo la musica in base a quello che sto facendo ma anche in base al momento della giornata e al periodo dell’anno.
D’estate non riesco ad ascoltare la musica celtica che invece prediligo nelle serate autunnali e invernali.
Di giorno non sopporto il jazz altro must serale e notturno.
Quando intruglio in cucina mi piace ascoltare rock, quello dei Tool, dei Rage Against The Machine, di Steve Vai, di Joe Satriani tanto per citare qualche nome.
Il sottofondo musicale quando leggo è quello più complicato di tutti da scegliere. Se leggo d’attualità posso ascoltare anche R&B, funky, fusion, cose abbastanza leggere. Per la lettura dei libri la faccenda si complica ulteriormente. In questi giorni sto leggendo “La crociata di Himmler” un saggio sulla spedizione nazista in Tibet nel 1938; bene, la colonna sonora alla mia lettura è “Freedom Chants From The Roof Of The World” dei Gyuto Monks. Sembrerà una stupidaggine ma l’ascolto dei canti tibetani riesce a ricondurmi in maniera molto vivida nei luoghi descritti nel libro riportandomi alla mente anche altri suoni, colori, rumori, odori, volti, puzze…
L’attività al computer, scrivere e/o cazzeggiare, è generalmente supportata da musica strumentale, preferibilmente elettronica, space rock, neo psichedelica, chamber pop, neo folk; qui spazio dagli Om ai Wooden Shjips, dai Goat ai White Manna, da Kaki King ai Dead Can Dance; lo spettro è veramente molto ampio.
Quando andavo in palestra era il tamarrock a farla da padrone! Avevo messo a punto una playlist per l’iPod che comprendeva ZZ Top, Billy Idol, Lynyrd Skynyrd, The Cult, Molly Hatchet e tutto il rock più fracassone e ritmato a disposizione.
Per tutte le altre attività spazio dalla musica africana di Fela Kuti all’easy leastening di Donald Fagen, dalla barocca di Pachelbel alle follie zappiane, dall’etnica dei Tenores di Bitti al punk di Johnny Thunders, e via discorrendo.
C’è solo una cosa che non riesco a fare con un sottofondo musicale perché la musica mi deconcentra ma voi, persone acute, avrete già sicuramente capito di che attività si tratta…
 
Aloha.
 
p.s.: il tappeto sonoro a queste mie poche righe è stato Orchard di Minotaur Shock, moniker David Edwards musicante di Bristol.

domenica 3 febbraio 2013

Brandacujun

Il brandacujun è un piatto tipico del ponente ligure, Oneglia e Sanremo se ne disputano l’origine, dal nome a dir poco curioso e dalla derivazione incerta. Qualcuno dice branda cujon, qualcun altro brand de cujun, altri ancora brandà a cujun; ma mentre sul significato letterale di cujun non ci sono dubbi e sono tutti d’accordo, le dispute si accendono sul termine branda; qualcuno lo fa derivare dal provenzale brandar, brandesà in onegliese sbattere, perché appena cucinato e quindi bollente andava scosso manualmente fra due pentole di coccio col manico per amalgamarlo bene, e veniva affidata ad un commensale con l’ordine: “Branda cujun, che ciu ti u brandi ciu è bun” (Agitalo... stupidotto, che più lo agiti e più è buono).
Alcuni vecchi naviganti sostengono, invece, che branda ha il significato di “schiaccia”; Gian Luigi Beccaria, celebre linguista, sostiene che branda potrebbe derivare dal termine piemontese brand, “acquavite”, assumendo in questo caso il più vasto significato di “scaldare”.
Le ultime due tesi sono molto suggestive perché gli ingredienti di questo piatto, tipico della cucina di bordo, dovevano essere messi tutti in un mortaio per essere pestati; il mortaio andava posto tra le gambe per tenerlo fermo, perciò si pestava quello che c’era nel mortaio e anche quello che ci stava sotto, “scaldandolo”.
 
 
Ingredienti (per 4 persone) : stoccafisso bagnato 600gr., 1 spicchio d’aglio, prezzemolo fresco tritato 1 cucchiaio da tavola, basilico fresco tritato 1 cucchiaino da caffè, patate 400gr., cipolla media (150gr. circa), ½ bicchiere d’olio extravergine, il succo di un limone, 2 uova sode, pinoli 30gr., olive taggiasche 50gr., sale e pepe.
 
Preparazione : Bollire lo stoccafisso, le patate e la cipolla. Tritare il prezzemolo, il basilico e l’aglio (al quale andrà prima tolta l’anima), aggiungendo l’olio e il succo del limone; mescolare tutto molto bene. Snocciolare le olive e tagliarle a pezzetti. Tostare leggermente i pinoli in un tegame. Scolare lo stoccafisso e pestarlo grossolanamente in un mortaio; porlo in una pentola di coccio insieme alle patate e alla cipolla tagliate a fette. Versarvi sopra l’emulsione di olio, prezzemolo, limone e aglio aggiungendo le olive sminuzzate, le uova sode sminuzzate ed i pinoli tostati. Aggiustare di sale, se occorre, e pepe. Mettere il coperchio alla pentola, tenere ambedue ben fermi con le mani e scuotere energicamente per amalgamare bene gli ingredienti.
 
Servirlo tiepido accompagnandolo con del buon pigato.
 
Buon appetito.

giovedì 24 gennaio 2013

Qualcosa nell'aria - Après mai (2012)



Con gusto, leggerezza e semplicità Olivier Assayas racconta, senza retorica, l’estate di una generazione, la mia, tra le più tribolate degli ultimi decenni.
Il rifugio nelle droghe pesanti, il fascino della rivoluzione attraverso la politica più estremista e il sogno di un’affermazione personale attraverso l’arte sono i temi trattati in “Qualcosa nell’aria”, titolo stranamente azzeccato dal distributore italiano.
 
Assayas, essendo stato anche lui un ragazzo all’epoca, ha saputo descrivere molto bene l’atmosfera di quel periodo dove con una buon dose d’incoscienza ci si andava a cacciare anche in guai enormi senza nemmeno accorgercene.
Da qui la divertente descrizione di certo cinema sedicente impegnato (gustosissima la scena dell’immancabile e noiosissimo dibattito post proiezione in un incomprensibile e inconcludente linguaggio pseudo politico), delle sfrenate feste a base di droga e alcol, degli instabili rapporti tra i due sessi, dell’amicizia il tutto senza la saccenza del reduce ma con l’occhio di chi ha capito cosa ha vissuto.
 
Molto bella e azzeccatissima la colonna sonora (probabilmente, mi auguro, la musica che Assayas ascoltava da ragazzo) tutta affidata a brani dell’epoca da Terrapin di Syd Barret ad Abba Zaba di Captain Beefheart, da Fantasia Lindum degli Amazing Blondel a Why We Are Sleeping? dei Soft Machine, da Know di Nick Drake a Green Onions di Booker T. & The MG’s.
Una menzione a parte per la bellissima Decadence di Kevin Ayers. Il film si svolge senza ombra di dubbio nel 1970 – viene fatto espresso riferimento ai moti di Reggio Calabria che accadevano in quei giorni e dove si recherà una delle protagoniste – ma il brano fu pubblicato nel 1973.
 
Un buon film che vale la pena di essere visto. Per me è stato un piacevole tuffo nel passato, senza malinconia ma che mi ha ricordato quanto all'epoca mi sono divertito e quanto sono stato fortunato.
 
Buona visione.

venerdì 18 gennaio 2013

Baccalà gratinato

Venerdì pesce...

Una volta il baccalà era un pesce dal costo assolutamente modesto, oggigiorno ha ormai raggiunto prezzi esagerati, vabbe'...



Ingredienti (per 4 persone) : baccalà 600gr., patate 250gr., mollica di pane casereccio 100gr., capperi di Pantelleria dissalati 1 cucchiaio da tavola, olive taggiasche denocciolate 1 cucchiaio da tavola, pinoli 1 cucchiaio da tavola, prezzemolo tritato 1 cucchiaio da tavola, aglio ½ spicchio, olio evo q.b., burro q.b., sale e pepe q.b..
 
Preparazione : in un piccolo tegame far tostare leggermente i pinoli. Tritare grossolanamente la mollica del pane nel mixer, quindi metterla in una ciotola e aggiungere i capperi e le olive tritati grossolanamente, il prezzemolo, l’aglio tritato il più finemente possibile, una generosa macinata di pepe nero, amalgamare bene con poco olio e ottenere una farcia omogenea.
Lavare, sbucciare le patate e affettarle molto sottilmente con una mandolina.
Preriscaldare il forno a 200°.
Foderare il fondo di una teglia con la carta forno e porvi 4 coppa pasta da 8cm di diametro dopo averne imburrato l’interno.
Mettere sul fondo di ogni coppa pasta uno strato di patate, uno di baccalà, uno di farcia e poi premere leggermente. Ripetere l’operazione fino all’esaurimento degli ingredienti. L’ultimo strato deve essere di farcia.
Infornare e cuocere per circa 30 minuti gli ultimi 5 dei quali con il grill inserito in modo da formare una leggera crosta dorata.
Sfornare e lasciare intiepidire prima di sformare nei singoli piatti.
 
Buon appetito.

giovedì 17 gennaio 2013

The Master



L'ho visto ieri pomeriggio, mah...
Mi ha dato l'impressione di essere un film che non è mai partito e che, nonostante le oltre due ore e un quarto, è sempre rimasto lì, fermo come un paracarro.
Non è una pellicola noiosa ma è stato come ascoltare una persona che parla per oltre due ore - facendolo bene, in modo corretto e avvincente - ma alla fine non dice assolutamente nulla.
Forse è un film troppo intelligente per le mie capacità di comprensione.
 
Bravissimi i due protagonisti, Philip Seymour Hoffman (impeccabilmente doppiato dall'onnipresente Francesco Pannofino) nei panni dell'ambiguo Lancaster Dodd e Joaquin Phoenix in quelli del violento, alcolizzato e costantemente arrapato Freddie Quell.

La colonna sonora, invece, mi è molto piaciuta. Almeno fino a quello ci sono arrivato...
E' stata composta da Jonny Greenwood, chitarrista dei Radiohead (band che detesto cordialmente), che ha saputo valorizzare molto bene l'atmosfera creata dalle immagini soprattutto con "Able-Bodied Seaman".
Fanno parte della colonna sonora anche brani cantati da Helen Forrest, Jo Stafford - due cantanti molto note negli Stati Uniti durante gli anni '50 - ed Ella Fitzgerald.
 
Aloha.

lunedì 14 gennaio 2013

Mondeghili con verze e polenta


Ieri la giornata era particolarmente fredda, umida e uggiosa, l'ideale per preparare una variazione su un piatto tipicamente meneghino.
 
I mondeghili sono uno dei piatti della cucina milanese più buoni e misconosciuti. Pare che le loro prime tracce risalgano alla dominazione spagnola del capoluogo lombardo, insomma siamo al cospetto di un piatto di circa cinquecento anni mica davanti al cyber egg di Davide Scabin.
Anche se nel 2008 i mondeghili hanno ricevuto la De.Co. (la Denominazione Comunale è un certificato notarile che attesta, con pochi e semplici parametri, il luogo di “nascita” e di “crescita” di un prodotto che ha un forte e significativo valore identitario per una Comunità.) non esiste un disciplinare che ne regola rigidamente ingredienti e dosi; essendo un piatto di recupero si è sempre fatto con la carne del bollito avanzata e fritto nel burro.
Quella riportata qui sotto è la ricetta cucinata dalla mia famiglia, milanese più o meno dallo stesso periodo in cui comparvero i mondeghili sotto la Madonnina.
 
Ingredienti : carne bollita (manzo, biancostato, etc.) 500gr., mortadella 100gr., salsiccia 150gr., parmigiano reggiano 50gr., 1 uovo, patata bollita 150gr., prezzemolo tritato 1 cucchiaio da tavola, pane grattugiato q.b., burro 100gr., sale e pepe q.b..
 
Preparazione : macinare la carne, la mortadella e la salsiccia con il tritacarne (sì, proprio lui, quello vecchio che ormai non usate più da anni. I selvaggi usano il mixer ma la consistenza al palato sarà completamente diversa e non quella che deve essere) e porle in una bastardella insieme al parmigiano, all’uovo, alla patata precedentemente passata nello schiacciapatate, al prezzemolo, a una presa di sale, a una generosa macinata di pepe nero e lavorare con le mani fino a ottenere un impasto omogeneo e abbastanza morbido ma non molle.
Formare delle palle (io uso un porzionatore da gelato per farle tutte delle stesse dimensioni in modo che cuociano in modo uguale), schiacciale leggermente e passarle nel pane grattugiato.
In un tegame fare imbiondire il burro quindi porvi i mondeghili e farli cuocere a fuoco vivo finché non saranno ben dorati su tutti e due i lati.
 
Buon appetito.

sabato 12 gennaio 2013

Calamari ripieni con sugo di piselli e riso pilaf



Ingredienti (per 4 persone) : 4 calamari mono porzione oppure 8 calamari più piccoli, 10 olive taggiasche snocciolate, 2 cucchiai da tavola di parmigiano grattugiato, 4 cucchiai da tavola di pangrattato, 1 cucchiaio da tavola di prezzemolo fresco tritato, 1 patata piccola bollita, 1 uovo,passata di pomodoro 250gr., piselli sgusciati 300gr., cognac o vino bianco q.b., latte q.b., olio q.b., sale e pepe, riso basmati 400gr..
 
Preparazione: staccare la testa dai corpi dei calamari; lavarli e pulirli bene soprattutto l’interno in modo da togliere eventuali residui di sabbia, asciugarli con cura. Frullare grossolanamente i tentacoli.
Scaldare un po’ d’olio in una casseruola di coccio e soffriggere per 2/3 minuti a fuoco bassissimo i tentacoli tritati, quindi aggiungere il cognac o il vino bianco. Mettere un coperchio alla casseruola e cuocerli a fuoco lento  per circa 10 minuti.
Mentre i tentacoli cuociono, bagnare il pangrattato con il latte e poi strizzarlo bene.
Mettere in una bastardella il pangrattato, le olive tritate grossolanamente, la patata schiacciata, il parmigiano, l’uovo e il prezzemolo; salare, pepare e amalgamare per bene. Assaggiare il composto che dovrà risultare abbastanza saporito.
Aggiungere alla farcia i tentacoli tiepidi e mescolare per bene.
Riempire i calamari per ¾ e chiuderli con uno stecco.
Scaldare un po’ d’olio in una casseruola di coccio e fare dorare per bene i calamari su ogni lato e poi bagnarli con un po’ di vino bianco. Una volta evaporato il vino aggiungere la passata di pomodoro, mettere il coperchio alla casseruola e fare cuocere a fuoco bassissimo per 75 minuti avendo cura di girarli di tanto in tanto.
Aggiungere i piselli e fare insaporir per una decina di minuti.
Preriscaldare il forno a 200°. Risciacquare sotto acqua corrente fredda il riso finché l’acqua non sarà diventata limpida. Porre in una casseruola d’acciaio che poi possa essere messa in forno (niente manici di plastica o legno) l’acqua, la cannella, i chiodi di garofano, le bacche di ginepro, un pizzico di sale e portate a ebollizione. Con una schiumarola togliete la cannella, i chiodi di garofano, le bacche di ginepro e aggiungete il riso. Mescolare e portare a ebollizione quindi aggiungere l’olio e sigillare la casseruola con un foglio d’alluminio. Mettete in forno per 15 minuti, dopodiché il riso sarà pronto.
Sistemare il riso su un piatto da portata , o su piatti individuali, e sopra porvi i calamari quindi nappare con il sugo e servire.
 
Buon appetito.

venerdì 11 gennaio 2013

Addio , Mariangela...

(Milano, 19 settembre 1941 - Roma, 11 gennaio 2013)
 
Inscindibile la sua immagine da quelle di Giancarlo Giannini e Lina Wertmüller sul set del celeberrimo "Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto".
 
La incrociai a Covent Garden il 31 dicembre 1996, capì che l'avevo riconosciuta e mi fece un bel sorriso.
 
R.i.p.

sabato 5 gennaio 2013

Pandoro avvantaggiato

Oggi avevo bisogno di intrugliare in cucina, i risultati ottenuti sono stati un considerevole miglioramento dell'umore e un dessert semplice ma molto buono...
 
 
Ingredienti  (per 4 persone): pandoro 8 dischi da 8cm di diametro, mascarpone 250gr., zucchero semolato 50gr., 2 tuorli, 1 albume, marrons glacés 200gr., cognac q.b.
 
Preparazione : in una bastardella montare i tuorli con lo zucchero quindi aggiungere il mascarpone e amalgamare fino a ottenere una crema liscia e omogenea.
In una scodella montare l’albume a neve, quindi aggiungerlo alla crema avendo cura di mescolare dal basso verso l’alto in modo che l’albume si smonti il meno possibile.
Aggiungere un paio di cucchiai da tavola di cognac.
Posizionare sul fondo di un coppa pasta un disco di pandoro, bagnarlo con un paio di cucchiaini da caffè di cognac, ricoprirlo con un paio di cucchiai da tavola di crema e un po’ di marrons glacés sbriciolati. Coprire con un altro disco di pandoro e premere leggermente, quindi bagnarlo con un paio di cucchiaini da caffè di cognac, ricoprirlo con un paio di cucchiai da tavola di crema e un po’ di marrons glacés sbriciolati.
Ripetere l’operazione con gli altri tre coppa pasta.
 
Riporre in frigorifero per almeno un paio d’ore e toglierli solo al momento di servirli in tavola.
 
Buon appetito.
 

giovedì 3 gennaio 2013

La regola del silenzio (The company you keep)


Sarà dura per i giudici dell’Academy Award assegnare l’Oscar 2013 per le migliori rughe. Il Trivulzio hollywoodiano composto Robert Redford, Julie Christie, Richard Jenkins e Nick Nolte si contenderà l’ambita statuetta lottando fino all’ultima zampa di gallina.
 
Detto questo, il film parte da una buona idea: quattro affiliati ai Weathermen, un gruppo di contestatori radicali che operò negli USA tra il 1969 e il 1973, si ritrovano a fare i conti con quasi quarant’anni di latitanza e vita sotto falsa identità ma, invece di analizzare bene i vari personaggi, la pellicola diretta da Redford si riduce a un classico film d’azione con l’aggravante di ben più d’uno sfondone temporale.
Sono quindi ben descritte ma per nulla approfondite le vite dei quattro Weathermen protagonisti: Redford è un avvocato che ha capito quanto fosse velleitaria la lotta rivoluzionaria, Nolte è un imprenditore che dà lavoro a ex detenuti, Jenkins è uno stimato e conosciuto professore universitario, tutti e tre “pentiti” del proprio passato e desiderosi di conservare lo status borghese raggiunto. L’unica ad avere sempre vissuto sul filo del rasoio è Julie Christie, velista e corriere di marijuana ancora convinta della bontà delle proprie idee rivoluzionarie, della lotta al sistema e alle multinazionali ma sostenuta da un cospicuo patrimonio famigliare.

A far da contorno a questo arzillo gerontocomio l’emergente Shia LaBeouf, recentemente visto in Lawless, nella parte del giovane reporter ficcanaso, una Susan Sarandon dallo sguardo sempre più spiritato, un sardonico Sam Elliott, un’incolore Anna Kendrick e uno spento Stanley Tucci.
 
Formalmente piacevole il film non ha un minimo di mordente e coinvolge poco lo spettatore, purtroppo Redford non è regista da action/thriller.
 
Aloha.