Il vero fascismo non è prendere a manganellate chi la pensa diversamente. Il vero fascismo è la normanità dell'odio; tanto normale da non sembrare nemmeno più odio ma solo un'opinione come un'altra. In questo l'Italia è rimasta un paese fascista.


giovedì 24 gennaio 2013

Qualcosa nell'aria - Après mai (2012)



Con gusto, leggerezza e semplicità Olivier Assayas racconta, senza retorica, l’estate di una generazione, la mia, tra le più tribolate degli ultimi decenni.
Il rifugio nelle droghe pesanti, il fascino della rivoluzione attraverso la politica più estremista e il sogno di un’affermazione personale attraverso l’arte sono i temi trattati in “Qualcosa nell’aria”, titolo stranamente azzeccato dal distributore italiano.
 
Assayas, essendo stato anche lui un ragazzo all’epoca, ha saputo descrivere molto bene l’atmosfera di quel periodo dove con una buon dose d’incoscienza ci si andava a cacciare anche in guai enormi senza nemmeno accorgercene.
Da qui la divertente descrizione di certo cinema sedicente impegnato (gustosissima la scena dell’immancabile e noiosissimo dibattito post proiezione in un incomprensibile e inconcludente linguaggio pseudo politico), delle sfrenate feste a base di droga e alcol, degli instabili rapporti tra i due sessi, dell’amicizia il tutto senza la saccenza del reduce ma con l’occhio di chi ha capito cosa ha vissuto.
 
Molto bella e azzeccatissima la colonna sonora (probabilmente, mi auguro, la musica che Assayas ascoltava da ragazzo) tutta affidata a brani dell’epoca da Terrapin di Syd Barret ad Abba Zaba di Captain Beefheart, da Fantasia Lindum degli Amazing Blondel a Why We Are Sleeping? dei Soft Machine, da Know di Nick Drake a Green Onions di Booker T. & The MG’s.
Una menzione a parte per la bellissima Decadence di Kevin Ayers. Il film si svolge senza ombra di dubbio nel 1970 – viene fatto espresso riferimento ai moti di Reggio Calabria che accadevano in quei giorni e dove si recherà una delle protagoniste – ma il brano fu pubblicato nel 1973.
 
Un buon film che vale la pena di essere visto. Per me è stato un piacevole tuffo nel passato, senza malinconia ma che mi ha ricordato quanto all'epoca mi sono divertito e quanto sono stato fortunato.
 
Buona visione.

venerdì 18 gennaio 2013

Baccalà gratinato

Venerdì pesce...

Una volta il baccalà era un pesce dal costo assolutamente modesto, oggigiorno ha ormai raggiunto prezzi esagerati, vabbe'...



Ingredienti (per 4 persone) : baccalà 600gr., patate 250gr., mollica di pane casereccio 100gr., capperi di Pantelleria dissalati 1 cucchiaio da tavola, olive taggiasche denocciolate 1 cucchiaio da tavola, pinoli 1 cucchiaio da tavola, prezzemolo tritato 1 cucchiaio da tavola, aglio ½ spicchio, olio evo q.b., burro q.b., sale e pepe q.b..
 
Preparazione : in un piccolo tegame far tostare leggermente i pinoli. Tritare grossolanamente la mollica del pane nel mixer, quindi metterla in una ciotola e aggiungere i capperi e le olive tritati grossolanamente, il prezzemolo, l’aglio tritato il più finemente possibile, una generosa macinata di pepe nero, amalgamare bene con poco olio e ottenere una farcia omogenea.
Lavare, sbucciare le patate e affettarle molto sottilmente con una mandolina.
Preriscaldare il forno a 200°.
Foderare il fondo di una teglia con la carta forno e porvi 4 coppa pasta da 8cm di diametro dopo averne imburrato l’interno.
Mettere sul fondo di ogni coppa pasta uno strato di patate, uno di baccalà, uno di farcia e poi premere leggermente. Ripetere l’operazione fino all’esaurimento degli ingredienti. L’ultimo strato deve essere di farcia.
Infornare e cuocere per circa 30 minuti gli ultimi 5 dei quali con il grill inserito in modo da formare una leggera crosta dorata.
Sfornare e lasciare intiepidire prima di sformare nei singoli piatti.
 
Buon appetito.

giovedì 17 gennaio 2013

The Master



L'ho visto ieri pomeriggio, mah...
Mi ha dato l'impressione di essere un film che non è mai partito e che, nonostante le oltre due ore e un quarto, è sempre rimasto lì, fermo come un paracarro.
Non è una pellicola noiosa ma è stato come ascoltare una persona che parla per oltre due ore - facendolo bene, in modo corretto e avvincente - ma alla fine non dice assolutamente nulla.
Forse è un film troppo intelligente per le mie capacità di comprensione.
 
Bravissimi i due protagonisti, Philip Seymour Hoffman (impeccabilmente doppiato dall'onnipresente Francesco Pannofino) nei panni dell'ambiguo Lancaster Dodd e Joaquin Phoenix in quelli del violento, alcolizzato e costantemente arrapato Freddie Quell.

La colonna sonora, invece, mi è molto piaciuta. Almeno fino a quello ci sono arrivato...
E' stata composta da Jonny Greenwood, chitarrista dei Radiohead (band che detesto cordialmente), che ha saputo valorizzare molto bene l'atmosfera creata dalle immagini soprattutto con "Able-Bodied Seaman".
Fanno parte della colonna sonora anche brani cantati da Helen Forrest, Jo Stafford - due cantanti molto note negli Stati Uniti durante gli anni '50 - ed Ella Fitzgerald.
 
Aloha.

lunedì 14 gennaio 2013

Mondeghili con verze e polenta


Ieri la giornata era particolarmente fredda, umida e uggiosa, l'ideale per preparare una variazione su un piatto tipicamente meneghino.
 
I mondeghili sono uno dei piatti della cucina milanese più buoni e misconosciuti. Pare che le loro prime tracce risalgano alla dominazione spagnola del capoluogo lombardo, insomma siamo al cospetto di un piatto di circa cinquecento anni mica davanti al cyber egg di Davide Scabin.
Anche se nel 2008 i mondeghili hanno ricevuto la De.Co. (la Denominazione Comunale è un certificato notarile che attesta, con pochi e semplici parametri, il luogo di “nascita” e di “crescita” di un prodotto che ha un forte e significativo valore identitario per una Comunità.) non esiste un disciplinare che ne regola rigidamente ingredienti e dosi; essendo un piatto di recupero si è sempre fatto con la carne del bollito avanzata e fritto nel burro.
Quella riportata qui sotto è la ricetta cucinata dalla mia famiglia, milanese più o meno dallo stesso periodo in cui comparvero i mondeghili sotto la Madonnina.
 
Ingredienti : carne bollita (manzo, biancostato, etc.) 500gr., mortadella 100gr., salsiccia 150gr., parmigiano reggiano 50gr., 1 uovo, patata bollita 150gr., prezzemolo tritato 1 cucchiaio da tavola, pane grattugiato q.b., burro 100gr., sale e pepe q.b..
 
Preparazione : macinare la carne, la mortadella e la salsiccia con il tritacarne (sì, proprio lui, quello vecchio che ormai non usate più da anni. I selvaggi usano il mixer ma la consistenza al palato sarà completamente diversa e non quella che deve essere) e porle in una bastardella insieme al parmigiano, all’uovo, alla patata precedentemente passata nello schiacciapatate, al prezzemolo, a una presa di sale, a una generosa macinata di pepe nero e lavorare con le mani fino a ottenere un impasto omogeneo e abbastanza morbido ma non molle.
Formare delle palle (io uso un porzionatore da gelato per farle tutte delle stesse dimensioni in modo che cuociano in modo uguale), schiacciale leggermente e passarle nel pane grattugiato.
In un tegame fare imbiondire il burro quindi porvi i mondeghili e farli cuocere a fuoco vivo finché non saranno ben dorati su tutti e due i lati.
 
Buon appetito.

sabato 12 gennaio 2013

Calamari ripieni con sugo di piselli e riso pilaf



Ingredienti (per 4 persone) : 4 calamari mono porzione oppure 8 calamari più piccoli, 10 olive taggiasche snocciolate, 2 cucchiai da tavola di parmigiano grattugiato, 4 cucchiai da tavola di pangrattato, 1 cucchiaio da tavola di prezzemolo fresco tritato, 1 patata piccola bollita, 1 uovo,passata di pomodoro 250gr., piselli sgusciati 300gr., cognac o vino bianco q.b., latte q.b., olio q.b., sale e pepe, riso basmati 400gr..
 
Preparazione: staccare la testa dai corpi dei calamari; lavarli e pulirli bene soprattutto l’interno in modo da togliere eventuali residui di sabbia, asciugarli con cura. Frullare grossolanamente i tentacoli.
Scaldare un po’ d’olio in una casseruola di coccio e soffriggere per 2/3 minuti a fuoco bassissimo i tentacoli tritati, quindi aggiungere il cognac o il vino bianco. Mettere un coperchio alla casseruola e cuocerli a fuoco lento  per circa 10 minuti.
Mentre i tentacoli cuociono, bagnare il pangrattato con il latte e poi strizzarlo bene.
Mettere in una bastardella il pangrattato, le olive tritate grossolanamente, la patata schiacciata, il parmigiano, l’uovo e il prezzemolo; salare, pepare e amalgamare per bene. Assaggiare il composto che dovrà risultare abbastanza saporito.
Aggiungere alla farcia i tentacoli tiepidi e mescolare per bene.
Riempire i calamari per ¾ e chiuderli con uno stecco.
Scaldare un po’ d’olio in una casseruola di coccio e fare dorare per bene i calamari su ogni lato e poi bagnarli con un po’ di vino bianco. Una volta evaporato il vino aggiungere la passata di pomodoro, mettere il coperchio alla casseruola e fare cuocere a fuoco bassissimo per 75 minuti avendo cura di girarli di tanto in tanto.
Aggiungere i piselli e fare insaporir per una decina di minuti.
Preriscaldare il forno a 200°. Risciacquare sotto acqua corrente fredda il riso finché l’acqua non sarà diventata limpida. Porre in una casseruola d’acciaio che poi possa essere messa in forno (niente manici di plastica o legno) l’acqua, la cannella, i chiodi di garofano, le bacche di ginepro, un pizzico di sale e portate a ebollizione. Con una schiumarola togliete la cannella, i chiodi di garofano, le bacche di ginepro e aggiungete il riso. Mescolare e portare a ebollizione quindi aggiungere l’olio e sigillare la casseruola con un foglio d’alluminio. Mettete in forno per 15 minuti, dopodiché il riso sarà pronto.
Sistemare il riso su un piatto da portata , o su piatti individuali, e sopra porvi i calamari quindi nappare con il sugo e servire.
 
Buon appetito.

venerdì 11 gennaio 2013

Addio , Mariangela...

(Milano, 19 settembre 1941 - Roma, 11 gennaio 2013)
 
Inscindibile la sua immagine da quelle di Giancarlo Giannini e Lina Wertmüller sul set del celeberrimo "Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto".
 
La incrociai a Covent Garden il 31 dicembre 1996, capì che l'avevo riconosciuta e mi fece un bel sorriso.
 
R.i.p.

sabato 5 gennaio 2013

Pandoro avvantaggiato

Oggi avevo bisogno di intrugliare in cucina, i risultati ottenuti sono stati un considerevole miglioramento dell'umore e un dessert semplice ma molto buono...
 
 
Ingredienti  (per 4 persone): pandoro 8 dischi da 8cm di diametro, mascarpone 250gr., zucchero semolato 50gr., 2 tuorli, 1 albume, marrons glacés 200gr., cognac q.b.
 
Preparazione : in una bastardella montare i tuorli con lo zucchero quindi aggiungere il mascarpone e amalgamare fino a ottenere una crema liscia e omogenea.
In una scodella montare l’albume a neve, quindi aggiungerlo alla crema avendo cura di mescolare dal basso verso l’alto in modo che l’albume si smonti il meno possibile.
Aggiungere un paio di cucchiai da tavola di cognac.
Posizionare sul fondo di un coppa pasta un disco di pandoro, bagnarlo con un paio di cucchiaini da caffè di cognac, ricoprirlo con un paio di cucchiai da tavola di crema e un po’ di marrons glacés sbriciolati. Coprire con un altro disco di pandoro e premere leggermente, quindi bagnarlo con un paio di cucchiaini da caffè di cognac, ricoprirlo con un paio di cucchiai da tavola di crema e un po’ di marrons glacés sbriciolati.
Ripetere l’operazione con gli altri tre coppa pasta.
 
Riporre in frigorifero per almeno un paio d’ore e toglierli solo al momento di servirli in tavola.
 
Buon appetito.
 

giovedì 3 gennaio 2013

La regola del silenzio (The company you keep)


Sarà dura per i giudici dell’Academy Award assegnare l’Oscar 2013 per le migliori rughe. Il Trivulzio hollywoodiano composto Robert Redford, Julie Christie, Richard Jenkins e Nick Nolte si contenderà l’ambita statuetta lottando fino all’ultima zampa di gallina.
 
Detto questo, il film parte da una buona idea: quattro affiliati ai Weathermen, un gruppo di contestatori radicali che operò negli USA tra il 1969 e il 1973, si ritrovano a fare i conti con quasi quarant’anni di latitanza e vita sotto falsa identità ma, invece di analizzare bene i vari personaggi, la pellicola diretta da Redford si riduce a un classico film d’azione con l’aggravante di ben più d’uno sfondone temporale.
Sono quindi ben descritte ma per nulla approfondite le vite dei quattro Weathermen protagonisti: Redford è un avvocato che ha capito quanto fosse velleitaria la lotta rivoluzionaria, Nolte è un imprenditore che dà lavoro a ex detenuti, Jenkins è uno stimato e conosciuto professore universitario, tutti e tre “pentiti” del proprio passato e desiderosi di conservare lo status borghese raggiunto. L’unica ad avere sempre vissuto sul filo del rasoio è Julie Christie, velista e corriere di marijuana ancora convinta della bontà delle proprie idee rivoluzionarie, della lotta al sistema e alle multinazionali ma sostenuta da un cospicuo patrimonio famigliare.

A far da contorno a questo arzillo gerontocomio l’emergente Shia LaBeouf, recentemente visto in Lawless, nella parte del giovane reporter ficcanaso, una Susan Sarandon dallo sguardo sempre più spiritato, un sardonico Sam Elliott, un’incolore Anna Kendrick e uno spento Stanley Tucci.
 
Formalmente piacevole il film non ha un minimo di mordente e coinvolge poco lo spettatore, purtroppo Redford non è regista da action/thriller.
 
Aloha.