Il vero fascismo non è prendere a manganellate chi la pensa diversamente. Il vero fascismo è la normanità dell'odio; tanto normale da non sembrare nemmeno più odio ma solo un'opinione come un'altra. In questo l'Italia è rimasta un paese fascista.


domenica 10 febbraio 2013

Dubbi amletici



Che musica ascoltare durante la giornata mentre si espletano le proprie attività??

Anche se può sembrare banale,  per me è un esercizio abbastanza complesso e sono addivenuto alla convinzione che la scelta di un sottofondo sonoro adeguato può diventare molto impegnativa…
Personalmente non riesco a fare nulla, o quasi, senza un tappeto sonoro che mi accompagni nell’attività del momento. A volte penso di sprofondare nella maniacalità… anzi sono decisamente un maniaco, in questo. Ancora adesso, con oltre quarant’anni di ascolto musicale nelle orecchie, scegliere la musica per una determinata attività, a volte, mi occupa molto tempo.
 
Non solo scelgo la musica in base a quello che sto facendo ma anche in base al momento della giornata e al periodo dell’anno.
D’estate non riesco ad ascoltare la musica celtica che invece prediligo nelle serate autunnali e invernali.
Di giorno non sopporto il jazz altro must serale e notturno.
Quando intruglio in cucina mi piace ascoltare rock, quello dei Tool, dei Rage Against The Machine, di Steve Vai, di Joe Satriani tanto per citare qualche nome.
Il sottofondo musicale quando leggo è quello più complicato di tutti da scegliere. Se leggo d’attualità posso ascoltare anche R&B, funky, fusion, cose abbastanza leggere. Per la lettura dei libri la faccenda si complica ulteriormente. In questi giorni sto leggendo “La crociata di Himmler” un saggio sulla spedizione nazista in Tibet nel 1938; bene, la colonna sonora alla mia lettura è “Freedom Chants From The Roof Of The World” dei Gyuto Monks. Sembrerà una stupidaggine ma l’ascolto dei canti tibetani riesce a ricondurmi in maniera molto vivida nei luoghi descritti nel libro riportandomi alla mente anche altri suoni, colori, rumori, odori, volti, puzze…
L’attività al computer, scrivere e/o cazzeggiare, è generalmente supportata da musica strumentale, preferibilmente elettronica, space rock, neo psichedelica, chamber pop, neo folk; qui spazio dagli Om ai Wooden Shjips, dai Goat ai White Manna, da Kaki King ai Dead Can Dance; lo spettro è veramente molto ampio.
Quando andavo in palestra era il tamarrock a farla da padrone! Avevo messo a punto una playlist per l’iPod che comprendeva ZZ Top, Billy Idol, Lynyrd Skynyrd, The Cult, Molly Hatchet e tutto il rock più fracassone e ritmato a disposizione.
Per tutte le altre attività spazio dalla musica africana di Fela Kuti all’easy leastening di Donald Fagen, dalla barocca di Pachelbel alle follie zappiane, dall’etnica dei Tenores di Bitti al punk di Johnny Thunders, e via discorrendo.
C’è solo una cosa che non riesco a fare con un sottofondo musicale perché la musica mi deconcentra ma voi, persone acute, avrete già sicuramente capito di che attività si tratta…
 
Aloha.
 
p.s.: il tappeto sonoro a queste mie poche righe è stato Orchard di Minotaur Shock, moniker David Edwards musicante di Bristol.

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