“Trovarsi nel posto giusto al momento giusto e mandare tutto un po’ a culo” potrebbe essere il sottotitolo di “Oltre l’avenue D”.
L’autore è Philippe Marcadé, classe 1954, francese arrivato negli States diciassettenne, testimone oculare della nascita della scena punk newyorkese e fondatore dell’oscura blues band chiamata The Senders.
Il libro abbraccia il decennio 1972-1982 e racconta, attraverso gli occhi di chi li ha vissuti, splendori e miserie del punk rock nella Grande Mela, concerti epici in locali leggendari intrecciati con l’emarginazione, l’eroina e l’AIDS .
Mercadé ha conosciuto e ha suonato con i maggiori artisti dell’epoca come Johnny Thunders, Wayne Kramer, Debbie Harry, Dee Dee Ramone, Mink DeVille, Arthur “Killer” Kane e tantissimi altri artisti che infiammavano le serate al CBGB’s e al Max’s Kansas City e con alcuni di loro ha stretto anche forti e, troppo spesso, tossiche amicizie.
Purtroppo le 191 pagine del libro risultano un lungo elenco di fatti e aneddoti, a volte divertenti ma molto più spesso tragici, senza alcun barlume di analisi dell’epocale fenomeno di cui Marcadé è stato testimone oculare e in minima parte artefice.
Sembra quasi che l’autore si sia limitato a premere il tasto rewind della propria memoria e acriticamente abbia iniziato a scrivere i propri ricordi di reduce, di sopravvissuto.
La stessa prefazione di Legs McNeil più che illustrare i contenuti del libro è uno spottone, di cui nessuno sentiva il bisogno, per il proprio “Please, kill me” e l’introduzione di Debbie Harry è una striminzita mezza paginetta con il racconto di un episodio di cui si leggerà poi nelle pagine successive.
Nulla di nuovo sotto il sole e, purtroppo, un’altra occasione mancata.
Aloha