Il vero fascismo non è prendere a manganellate chi la pensa diversamente. Il vero fascismo è la normanità dell'odio; tanto normale da non sembrare nemmeno più odio ma solo un'opinione come un'altra. In questo l'Italia è rimasta un paese fascista.


venerdì 8 luglio 2011

Io sono il fottuto principe delle tenebre!


“Ehi, io sono il fottuto principe delle tenebre!”. Quando, tra il serio e il faceto e con la sua inconfondibile aria scoglionata, gliel’ho sentito esclamare diretto a un amico della figlia durante una puntata del suo reality ho iniziato a ridere come un pazzo e mi si è aperto un mondo.
Confesso di avere sempre considerato Ozzy Osbourne un coglionazzo mezzo ritardato ma, tra il reality e questa biografia, mi sono fortunatamente ricreduto anche se musicalmente continua a non essere la mia cup of tea preferita.

Studente sotto la mediocrità (ma i problemi di dislessia e di mancanza di capacità di concentrazione non se li è mica scelti lui), ladro più che maldestro (l’episodio del furto di un televisore è degno de “I soliti ignoti”), accordatore di clacson (una professione a me sconosciuta fino alla lettura del libro), assassino di mucche in un mattatoio e altre modeste attività, Ozzy è però sempre stato determinato a diventare il cantante di una rock band e per fortuna ci è riuscito.

Ozzy parla della sua squinternata vita da rock star con leggerezza, quasi con candore ma la cosa lascia il dubbio che il nostro ci marci anche un po’.
Alcuni degli aneddoti sono però veramente esilaranti come quello di quando gli era presa la mania di rasare le sopraciglia ai suoi ospiti mentre dormivano o quello del prete che lo andò a trovare a casa e si vide offrire una torta al hashish che lo cappottò per una settimana e gli fece credere che i marziani volevano organizzare una tombola nella sua parrocchia.
Ma la più folle di tutte fu quando, insieme all’anello di fidanzamento, rifilò alla futura moglie, quella santa donna di Sharon, un mazzo di fiori rubato in un cimitero con tanto di biglietto “In memoria del nostro amato Harry”. Rimediò un occhio nero e l’anello frullato fuori dalla finestra!
Il principe delle tenebre sa però essere anche toccante come quando racconta la tragedia aerea che vide coinvolto lui e tutto lo staff e in cui morirono il suo chitarrista Randy Rhoads, al quale è dedicato il libro, e la sua costumista.

“Io sono Ozzy” è corredato anche da una corposa parte iconografica con foto di scena ma anche con scatti presi in famiglia.

Tutto sommato un’autobiografia piacevole in cui Ozzy si racconta, con molta ironia, per quello che è: un buon diavolo con una tempra eccezionale che gli ha permesso di sopravvivere a decenni di devasto e raccontarci la sua vita di rock star sempre sull’orlo del baratro.

Aloha.

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