Dead Can Dance - Anastasis
[PIAS Recordings, 2012]
Se i miei ricordi scolastici non m’ingannano anastasis, in greco, significa resurrezione e, dopo 16 anni dal loro ultimo album insieme, il sodalizio artistico tra Lisa Gerrard e Brendan Perry risorge. E lo fa alla grande.
L’album inizia con la solenne Children Of The Sun, la voce di Perry è quella del Jim Morrison ammaliatore di The End, gli arrangiamenti per archi e fiati sono semplicemente splendidi.
È la volta di Gerrard a deliziarci le orecchie con il canto, in chissà quale lingua mediorientale, ieratico e ispiratissimo di Anabasis (ispirata dall’omonima opera di Senofonte?) sostenuto da una base musicale dall’incedere lento e ineluttabile, e della successiva Agape, con violini e saz in bella evidenza.
Seguono Amnesia, anche qui archi e fiati di grande impatto, Kiko, medievale e orientaleggiante, Opium, elettronica e sinfonica sarebbe perfetta come colonna sonora, Return Of The She-King, epica ed evocativa, e la conclusiva All In Good Time.
È la volta di Gerrard a deliziarci le orecchie con il canto, in chissà quale lingua mediorientale, ieratico e ispiratissimo di Anabasis (ispirata dall’omonima opera di Senofonte?) sostenuto da una base musicale dall’incedere lento e ineluttabile, e della successiva Agape, con violini e saz in bella evidenza.
Seguono Amnesia, anche qui archi e fiati di grande impatto, Kiko, medievale e orientaleggiante, Opium, elettronica e sinfonica sarebbe perfetta come colonna sonora, Return Of The She-King, epica ed evocativa, e la conclusiva All In Good Time.
Anastasis mi ha dato l’impressione che la coppia australiana sia ormai in possesso di una grande tranquillità interiore e della consapevolezza di produrre musica sempre ad altissimi livelli, e con i tempi che corrono non mi pare cosa da poco.
Uno dei migliori prodotti pubblicati nel 2012.
Buon ascolto.
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