Il vero fascismo non è prendere a manganellate chi la pensa diversamente. Il vero fascismo è la normanità dell'odio; tanto normale da non sembrare nemmeno più odio ma solo un'opinione come un'altra. In questo l'Italia è rimasta un paese fascista.


martedì 21 agosto 2012

Django Django - Django Django

Django Django - Django Django
[Because Music, 2012]

Spensierato è l’aggettivo che credo più si addica al primo lavoro sulla lunga distanza dei Django Django, quartetto di Dalston, in quel di Londra.

La band inglese attinge da talmente tanti generi e sottogeneri che, per fortuna, è praticamente impossibile appiccicarle un’etichetta come si fa a qualsiasi prodotto di consumo.
Il debito che i Django Django pagano alla Beta Band è pesante ma si può capire considerando che il batterista, Dave Maclean, è il fratello di John Maclean, tastierista del gruppo scozzese.
La lista dei debiti, però, è lunghissima, varia e molto articolata perché il gruppo di Vinny Neff e soci cita a più non posso ma lo fa con garbo e gusto miscelando con abilità generi e artisti tra i più disparati.
I rimandi ai Devo sono ben evidenti in Default, ancora la band di Akron, insieme ai Beach Boys, è ben presente nel surf-pop di Hail Bop, in WOR Ennio Morricone gentilmente ringrazia per il tributo, come ringraziano Crosby, Stills, Nash & Young per gli impasti vocali di Silver Rays, la fluente barba di Sam Beam (Iron & Wine) abbraccia Hand Of A Man, uno spruzzo di etnicità caratterizza la strumentale Skies Over Cairo, ma la lista degli artisti citati qua e là anche per pochissimi istanti è veramente lunga.
Il tutto è legato, tenuto insieme, da un uso sapiente e mai invasivo dell’elettronica.

Un album molto fresco, direi estivo, anche se la pubblicazione risale allo scorso febbraio, che si ascolta con piacere. Musica che, una volta tanto, non fornisce la scusa per farsi troppe seghe mentali.

Buon ascolto.

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