Il vero fascismo non è prendere a manganellate chi la pensa diversamente. Il vero fascismo è la normanità dell'odio; tanto normale da non sembrare nemmeno più odio ma solo un'opinione come un'altra. In questo l'Italia è rimasta un paese fascista.


giovedì 12 aprile 2012

Marquee Moon, il libro



L’autore di “Marquee Moon”, Bryan Waterman, insegna letteratura e cultura americane all’Università di New York e, per sua stessa ammissione, il suo approccio all’argomento non è quello del classico giornalista rock che bada più al pettegolezzo sensazionalistico che alla sostanza ma quello dello studioso che analizza uno dei quattro dischi più importanti (insieme a Horses di Patti Smith, The Modern Dance dei Pere Ubu e Blank Generation di Richard Hell & The Voidoids) della scena punk americana attraverso la sua contestualizzazione e storicizzazione. Almeno questo è ciò che promette l’autore.

Il libro, pubblicato nella collana “33 1/3" dai tipi della Continuum, si sviluppa per 222 pagine suddivise in un’introduzione, sette capitoli, una post-fazione e una bibliografia.
La ciccia, però, arriva solo a pagina 163 quando Waterman inizia ad analizzare l’album brano per brano, sia filologicamente che musicalmente ma è un’analisi abbastanza superficiale e non molto convincente.
Le 162 pagine precedenti sono una sorta di lunghissima introduzione in cui vengono soprattutto tessute le lodi sull’importanza che il CBGB ebbe nella scena newyorkese e i numerosi artisti che accampano i propri diritti sull’averlo reso famoso, dai Ramones a Wayne/Jayne County allo stesso Richard Hell. L’unico a fregarsene di tale paternità, vera o presunta, è proprio Tom Verlaine: “Per me è stato solo un club dove abbiamo suonato per tre anni”.
Buona parte di questa mega introduzione riporta avvenimenti già citati in altri libri, articoli, interviste e l’autore mette tutto in ordine, o almeno ci prova anche se con qualche svarione e troppe ripetizioni.
Si viene quindi più volte edotti circa la fortissima competizione tra Tom Verlaine e Richard Hell, dualismo che porterà quest’ultimo  a lasciare la band ancora prima della registrazione del primo famoso e famigerato demo con Brian Eno.
Si viene a sapere quanto al Max’s Kansas City si mangiasse male a prezzi esorbitanti ma tutta la scena, o sedicente tale, ci andava per vedere ma soprattutto per farsi vedere.
Si viene portati a conoscenza della profonda antipatia di Tom Verlaine verso Lester Bangs, il primo infantilmente pieno di sé, il secondo tragicamente pieno di droga.
Verrà anche raccontata la storia della foto di gruppo utilizzata per la copertina di “Marquee Moon”, il risultato di una stampa malriuscita fatta eseguire da Richard Lloyd in una copisteria vicino a Times Square.
Insomma nulla che non fosse già noto.

Marquee Moon è un libro adatto per chi poco o nulla conosce sia della scena che dei Television stessi, un libro per neofiti i quali avranno la possibilità di leggere un testo la cui funzione principale è quella di fornire un quadro abbastanza esaustivo circa il bouillon de culture in cui è stato concepito ed è nato uno dei più importanti album rock di sempre.

Buona lettura.

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